DOCUMENTARI, TOMMASO GISMONDI RACCONTATO DA FEDERICO NERI

I nostri ascoltatori di più lunga militanza ricorderanno che il nostro primo sito trasmittente era situato in un angusto locale all’ultimo piano di un palazzo in Piazza Dante. A poco più di cento metri in linea d’aria, in Piazza Innocenzo III, dimorava e lavorava il più illustre dei nostri ascoltatori: quel Tommaso Gismondi che alcuni anni prima, dopo quasi mezzo secolo di peregrinazioni, da artista affermato a livello mondiale, aveva stabilito all’ombra della cattedrale il suo atelier. Gran parte della programmazione era in diretta con la messa in onda di notiziari, commenti, tavole rotonde e le immancabili dediche.

Dopo qualche mese dall’inizio delle trasmissioni iniziammo a ricevere con una certa frequenza le telefonate dell’artista che commentava, senza peli sulla lingua, gli argomenti o i brani musicali che più lo avevano colpito durante l’ascolto. A un certo punto ci convocò nel suo atelier: voleva dare un volto alle voci che ascoltava via radio. La visita avvenne in un tardo pomeriggio autunnale. La delegazione della radio era composta da sei persone che furono tutte sottoposte a una vera e propria intervista da parte del maestro che era davvero curioso di conoscere il vissuto di tutti noi. Fu solo la prima di una serie di visite, perché il maestro ogni tanto ripeteva l’invito che noi accoglievamo con piacere perché parlare con lui era oggettivamente interessante e allo stesso tempo divertente.

I numerosi aneddoti sulla sua lunga vicenda umana e artistica e le descrizioni degli incontri coi personaggi più importanti del 900 non finivano mai di stupirci e ancora oggi, a quasi venti anni dalla sua scomparsa, questi ricordi illuminano ancora quegli anni pionieristici della nostra avventura radiofonica. Il Maestro Gismondi ha lasciato una traccia indelebile nel mondo dell’arte, per lui parlano le sue opere, disseminate in tutto il mondo e nella sua Anagni l’atelier di Piazza Innocenzo III, oggi trasformato in museo dedicato alla sua opera e curato dalla nipote Valentina Simionato.

Con l’intento di dare maggiore visibilità mediatica al museo, due nostri concittadini, i giornalisti Federico Neri,  e Stefania Di Maggio hanno realizzato nel 2011 un interessante documentario sul Maestro Tommaso Gismondi  che grazie a interessanti contenuti audio e video riesce a dare risalto alla sua arte e alla sua umanità. Impegno costante, studio, sacrificio e duro lavoro sono stati i compagni di viaggio di una esistenza artistica straordinaria che ha visto il maestro protagonista in tante parti del mondo, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove avventure artistiche. Il suo girovagare non ha fatto altro che renderlo sempre più orgoglioso delle proprie origini. In un passo del documentario il Maestro Gismondi cita Mazzini e il suo amore per l’Italia, superiore, a suo dire, a quello per la madre e onorare queste radici è stata la missione della sua esistenza. Tommaso Gismondi ha contribuito a rendere grande l’Italia nel mondo e un po’ di questa grandezza appartiene tutti noi anagnini che abbiamo avuto la fortuna di condividere un microscopico tratto del suo luminoso cammino.