INNOCENZO, FRANCESCO E LA REGULA. LA GRANDEUR ANAGNINA DEL XIII SECOLO

                   Le relazioni dei professori Cecilia e Giammaria.

 

Tra il 1200 e il 1300 la città di Anagni può essere considerata come la Camp David del medio evo, il luogo dove i potenti dell’epoca si riunivano, trattavano e complottavano all’ombra del potere temporale e spirituale della chiesa cattolica. Roma era il centro della cristianità, ma per un centinaio di anni molte delle decisioni che influenzarono la vita dell’intera Europa furono prese tra le mura della cattedrale e Palazzo Conti-Cajetani.  Diversi pontefici originari di questo comprensorio ne fecero un centro di potere di grande rilevanza.  Poi arrivò il fatale 1303 e ad Anagni nulla fu più come prima. Facile immaginare la corte papale col suo stuolo di prelati, funzionari e impiegati, gli armigeri deputati alla sicurezza del pontefice e dei suoi ospiti e le migliaia di servitori, operai e artigiani necessari al funzionamento di questa complessa macchina amministrativa.

                                                  I gonfaloni di Anagni e Assisi.

 

Immaginiamo il costante andirivieni di diplomatici, nobili e regnanti giunti fin dai più lontani luoghi del continente per perorare cause, stringere alleanze e ottenere privilegi. Questa era l’Anagni dei grandi Papi medievali che ancora avevano l’ambizione di essere al di sopra dell’Impero e dei primi embrioni degli stati nazionali che si andavano formando. Accanto al grande gioco della politica non mancarono i momenti di grande afflato spirituale, che seppur dettati fondamentalmente dalla necessità di inglobare e governare movimenti pauperistici sempre in bilico tra misticismo ed eresia, contribuirono alle improcrastinabili riforme all’interno della chiesa cattolica.

                                  Una delle sale espositive della mostra.

 

Innocenzo III è la figura più emblematica in tal senso. Nel 1207 bandisce una crociata contro gli Albigesi che metterà a ferro e fuoco le terre d’Occitania per oltre un ventennio, mentre nel 1210 ricevendo un tale Francesco d’Assisi e il suo manipolo di frati “straccioni” ne approva verbalmente la regola di povertà dando così origine a uno degli Ordini più attivi e diffusi nel mondo: i Francescani.  Si tratta della “Regula non bullata”, un provvedimento approvato personalmente dal Pontefice che pur non essendo trascritto in atti ha comunque valore legale. Dante Alighieri ricorda questo incontro nell’XI canto del Paradiso: “ma regalmente sua dura intenzione ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe primo sigillo a sua religione”.   Solo 11 anni dopo, quando l’ordine francescano è ormai una solida realtà transnazionale, Papa Onorio III mette per iscritto la nuova Regola. Da questo avvenimento del 1221 parte e si sviluppa l’idea di Enrica Bruni, appassionata di storia, anagnina di origine ma da  tempo residente ad Assisi, di allestire presso il palazzo di Bonifacio VIII una esposizione delle bolle papali dei pontefici anagnini denominata “Regula non bullata” che è stata inaugurata il 29 giugno e che durerà fino al 31 dicembre 2021.

                                Stefania Proietti. Sindaco di Assisi.

 

Il corpo documentale lasciato in eredità dall’amministrazione pontificia di quel periodo è enorme e la ricerca sul campo nelle varie istituzioni che le custodiscono è stata lunga e complessa ma alla fine, grazie anche alla collaborazione di un gran numero di soggetti pubblici e privati, si è arrivati all’inaugurazione di questo evento che interesserà Anagni fino a dicembre. L’inaugurazione della mostra è stata anche l’occasione dell’incontro di due comunità, Anagni e Assisi, già da tempo legate da un patto ufficiale di amicizia ben rappresentato dalle parole di reciproca stima dei due primi cittadini Daniele Natalia e Stefania Proietti. La cerimonia inaugurale della mostra si è svolta nel piazzale antistante il palazzo di Bonifacio VIII. A fare gli onori di casa è stata la Madre Generale dell’Ordine delle Suore Cistercensi di Anagni Suor Patrizia Piva che ha ricordato la fondatrice dell’Ordine, Suor Claudia de Angelis che si festeggia proprio il 29 giugno e i 300 anni di presenza delle suore qui ad Anagni, sottolineando anche il fatto che queste manifestazioni sono piccole tappe verso il ritorno alla normalità e costituiscono quindi un momento di grande speranza per tutti.

                                                       Una delle bolle esposte.

 

Il Ministero dei Beni Culturali è stato ben rappresentato dal dott. Stefano Petrocchi direttore dei musei della Regione Lazio. Per il comitato scientifico della mostra i professori Gioacchino Giammaria e Tommaso Cecilia hanno ricordato gli avvenimenti e l’importante contesto storico oggetto della mostra. L’evento è stato altresì caratterizzato dalla presenza in via del tutto eccezionale delle suore di Santa Chiara in una delle rarissime deroghe alla regola della clausura.