I MONUMENT MEN DI BRIXIA CHE 1500 ANNI FA SALVARONO LA VITTORIA ALATA

 

 

La statua della Vittoria alata esposta al Capitolium di Brescia.

Quasi 2000 anni fa, quando il cristianesimo si impose come religione di Stato nell’Impero Romano, una furia iconoclasta si abbatté su una buona parte dell’arte considerata pagana. Molte statue raffiguranti le antiche divinità vennero abbattute e distrutte mentre le opere in bronzo furono fuse e il metallo riutilizzato per altre manifatture. La furia iconoclasta investi anche la città di Brixia che secoli prima, già in età repubblicana, era alleata di Roma e della sua politica e che per questo divenne nella successiva età imperiale “Colonia civica Augusta Brixia”.Mentre la furia devastatrice si abbatteva sulle vestigia pagane della grande area sacra costruita ed ampliata sotto il Monte Cidneo, un gruppo di persone, antesignane dei moderni Monument men, si impegnarono a salvare ciò che potevano delle importanti opere d’arte che per secoli avevano dato lustro al complesso religioso. Individuata una intercapedine sotterranea  vi trasportarono diverse opere in bronzo e poi ne nascosero le tracce.

Nel 1826 di questa imponente area sacra non rimaneva quasi nulla, se non il capitello di una colonna di marmo affiorante nel cortile di un palazzo privato. Partendo da questo capitello l’Ateneo di Scienza Lettere ed Arti di Brescia promosse una serie di scavi che portarono allo svelamento di ciò che rimaneva dell’area sacra e il 20 luglio di quell’anno fu ritrovato anche il luogo dove erano state occultate quasi 1500 anni prima le opere salvate da quegli ignoti Monument Men ai quali dobbiamo eterna gratitudine. Tra le opere ritrovate vi era quella che venne immediatamente battezzata “Vittoria alata”, una imponente statua in bronzo del I secolo d.c. alta poco meno di due metri, di chiara ispirazione ellenistica ma realizzata, secondo le ultime ricostruzioni, in officine locali in grado di produrre progetti e fusioni di questa complessità, mentre per molto tempo si era ritenuto che fosse una statua preesistente, probabilmente realizzata in Grecia e successivamente modificata.

Il Capitolium di Brescia.

Come da citazione dalle note tecniche del Museo di Santa Giulia “Si tratta di una figura femminile, volta leggermente verso sinistra; è vestita di una tunica fermata sulle spalle (kiton) e di un mantello (himation) che avvolge le gambe. È realizzata con il metodo della fusione a cera persa indiretta e risulta costituita da almeno trenta parti fuse singolarmente e saldate poi tra loro; è inoltre rifinita, come i ritratti, con strumenti a punta che ne definiscono con precisione i dettagli. Ad essa è stata poi aggiunta una agemina in argento e rame che ne cinge la capigliatura.”

Non si conosce il nome della divinità rappresentata dalla statua, probabilmente si tratta di una variante della “Afrodite di Capua”, opera  in marmo del IV secolo a.c. attualmente conservata nel Museo Archeologico di Napoli, di cui la Vittoria Alata riproduce la postura con il piede posato sull’elmo di Ares, il dio della guerra e nell’atto di specchiarsi nel suo scudo. L’ipotesi più accreditata della sua presenza a Brescia è quella di un dono dell’imperatore Augusto alla città per l’appoggio dimostrato alla sua causa.Dopo il ritrovamento la statua acquistò fama internazionale e divenne oggetto di visite e di studi. Napoleone III in visita a Brescia nel corso della seconda guerra di indipendenza ne volle far realizzare un calco che attualmente è conservato nel Museo del Louvre.

Gli ambienti affrescati recentemente aperti al pubblico.

Come tutte le opere bronzee anche la Vittoria alata ha subito l’usura del tempo e negli ultimi anni è stata sottoposta ad importanti opere di restauro da parte del benemerito Opificio delle pietre dure di Firenze  e a partire dal 4 febbraio di quest’anno è disponibile per il pubblico presso la grande sala del Capitolium di Brescia nello spazio espositivo progettato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldweg. Per visitare la statua e l’intero complesso del Capitolium, recentemente arricchitosi di uno spazio sotterraneo visitabile, con affreschi di epoca repubblicana, occorre prenotarsi presso il sito dell’area archeologica. Si accede in gruppi di massimo 12 persone con tempi prestabiliti per la salvaguardia dei reperti.

Una delle tavole di Topolino con la Minnie alata.

 

A corollario di questo importante evento, nel corso del 2021 sono state programmate numerose  manifestazioni facilmente reperibili consultando i motori di ricerca, mentre costituisce una curiosità editoriale il racconto a fumetti che l’edizione italiana di Topolino ha dedicato all’evento pubblicando un racconto sulla “Minnie alata” che ricostruisce in chiave fumettistica le vicende della statua che, nemmeno a dirlo, diviene oggetto della bramosia di Pietro Gambadilegno, i cui intenti criminali vengono vanificati come sempre da Topolino. Inutile dire che nella città di Brescia il numero di Topolino dove è stato pubblicato questo racconto è diventato introvabile nel giro di poche ore