IL COMPLEANNO DEL BREVETTO 5028, MARCONI, MORETTI E DUE CHIACCHIERE TRA APPASSIONATI DI RADIO

IL 2 LUGLIO 1897 GUGLIELMO MARCONI ESCE DALL’UFFICIO BREVETTI DI LONDRA. HA CON SE UN FOGLIO  CHE RIPORTA IL NUMERO 5028. E’ NATA LA TELEGRAFIA SENZA FILI. QUALCHE ANNO DOPO MENTRE MARCONI E’ IMPEGNATO A COSTRUIRE STAZIONI RADIOTEEGRAFICHE UN MEDICO DI PATRICA INVENTA IL RADIOTELEFONO. IL PICCOLO RACCONTO DI UNA GRANDE ST ORIA CON, IN OMAGGIO, UNA CHIACCHIERATA TRA APPASSIONATI DI RADIO.

di Francesco Cecconi

Titoli della Compagnia fondata da Marconi

Il 1897 è un anno fatale per le telecomunicazioni. Il 5 marzo di quell’anno un 23 enne  nato a Bologna, figlio di una coppia mista italo irlandese, inizia a Londra l’iter legale per ottenere il brevetto di una nuova, strana invenzione: il telegrafo senza fili. Il 2 luglio dello stesso anno la vicenda si chiude  con l’assegnazione del numero di protocollo 5028. In questa data nasce ufficialmente la telegrafia senza fili e da quel momento in poi sarà possibile comunicare in tutto il mondo, in tempo reale, senza l’ausilio degli ingombranti e scomodi cavi sottomarini che fino ad allora avevano consentito le comunicazioni telegrafiche a lunga distanza. Quel giovanotto si chiama Guglielmo Marconi, non è uno scienziato di formazione accademica ma la sua mente brillante gli permette di concretizzare in una applicazione pratica, straordinaria e rivoluzionaria, gli studi sull’elettromagnetismo condotti da Hertz, Maxwell, Righi ed altri.  In molti si mangeranno le dita per aver avuto tra le mani la gallina dalle uova d’oro ed essersela lasciata scappare. Ancora oggi chiere di complottisti e dietrologisti aizzati da una certa letteratura pseudo scientifica anglosassone da una parte e russo-sovietica dall’altra, starnazzano sulla primogenitura dell’invenzione che essi attribuiscono rispettivamente a Tesla e Popov, anch’essi eminenti scienziati, i cui studi hanno dato un contributo importante allo sviluppo tecnologico del XX secolo, ma che, almeno per quanto riguarda la telegrafia senza fili, hanno perso l’attimo, quel momento di brillante intuizione che fa la differenza tra la gloria e l’essere un semplice comprimario.

Il laboratorio di Guglielmo Marconi a Villa Griffone (BO)

Il brevetto, tuttavia, è solo il primo passo di un lungo percorso  che si concretizzerà il 13 dicembre 1901 tra i venti forti dell’Atlantico Settentrionale che spazzano l’isola di Terranova proprio di fronte alle coste canadesi. In questo luogo Marconi riesce a ricevere il primo segnale transoceanico e da quel momento in poi le stazioni radiotelegrafiche di Marconi vengono installate in tutto il mondo e i suoi apparecchi radio, montati sulle navi a lunga percorrenza, contribuiranno  alla sicurezza del traffico marittimo. Una interessante appendice agli studi e alle realizzazioni marconiane, anche perché il diretto interessato era un corrispondente dello scienziato bolognese,  ci riguarda da vicino come ciociari perché i primi apparecchi radio sperimentali, in grado di trasmettere la voce umana furono realizzati dal dottor Riccardo Moretti di Patrica tra il 1905 e il 1911.  

Riccardo Moretti

Dal 2 luglio 1897 in poi le comunicazioni senza fili hanno cambiato radicalmente le nostre abitudini e il nostro stile di vita. Dalla telegrafia senza fili si  è passati alla Radio, alla Televisione, alle comunicazioni satellitari e alla telefonia mobile di largo consumo, in una incessante ubriacatura tecnologica che ci rende sempre più interconnessi. La radio intesa nella sua accezione classica ha avuto la sua “golden age”, i suoi momenti di crisi e la sua ripresa. L’interesse della gente comune nei confronti di questo mezzo di comunicazione è sempre molto forte, soprattutto adesso che per ascoltare una emittente non c’è più la necessità di portarsi dietro una radiolina da ascoltare attaccata all’orecchio. Attraverso uno smartphone si ha accesso ad una varietà di ascolto sterminata. La qualità audio è di norma eccellente e la multimedialità dei terminali consente di interagire e condividere. Lo sviluppo incredibile e il successo del Podcast costituisce l’ultima frontiera di questo mondo in continua evoluzione. La gente ha riscoperto il piacere del racconto orale, non necessariamente legato a una narrazione per immagini, anche perché un buon narratore e un buon testo sono in grado di creare vivide immagini nella mente di chi ascolta. 

Il logo di AWR

Eppure il passaggio ai nuovi sistemi digitali non è stato cosi rapido e scontato e nel mezzo c’è stato un lungo periodo di interregno “analogico” che in parte ancora esiste e resiste. Il vecchio apparecchio radio di casa, a transistor, o magari addirittura a valvole, è ancora presente nella stragrande maggioranza delle  abitazioni e qualcuno ancora si ingegna a ruotare la manopola della sintonia, in luogo della ben più pratica ed efficace ricerca automatica, per cercare qualche stazione particolare, magari di provenienza estera. E’ un’abitudine questa che nasce con la radiodiffusione. Ascoltare segnali sempre più lontani è sempre stata una passione per chi ha una radio in casa, a volte, durante una guerra o sotto un governo dittatoriale, addirittura una necessità. E’ in questo modo che nascono i miti legati al mondo della radio: i soccorsi al Titanic, le trasmissioni del Colonnello Stevens da Radio Londra, le radio di propaganda dei due blocchi durante la guerra fredda, le radio pirata off shore degli anni 60, sono solo alcuni dei capitoli di questa entusiasmante storia che dura ormai da quasi 130 anni e che, almeno al momento, sembra ben lontana dall’ultimo capitolo.

LA CONVERSAZIONE CON ROBERTO VACCA E GRAZIANO BRAGA DI RVS-AWR

Di queste ed altre storie legate al mondo della “radio di una volta” abbiamo parlato con i colleghi Roberto Vacca e Graziano Braga di Radio Voce della Speranza di Firenze che produce settimanalmente una trasmissione dedicata agli appassionati e ai cultori della radio per conto di Adventist World radio (AWR) organizzazione che fa capo alla Chiesa Avventista e che dispone di stazioni e ripetitori in tutto il mondo, trasmettendo in diverse lingue tra e quali l’italiano. Allo spazio dedicato al radioascolto fanno seguito rubriche e interviste dedicate a temi di attualità. Nello specifico la trasmissione italiana oltre che sulle comuni piattaforme FM e internet viene diffusa ogni domenica alle ore 11 anche su onde corte sulla frequenza di 9610 KHz. Nell’articolo è disponibile  il podcast con la conversazione per coloro che volessero approfondire l’argomento.